LA Gestione dell’ansia e della Solitudine in tempi di Pandemia
LA GESTIONE dell’ANSIA e della SOLITUDINE in TEMPI di PANDEMIA
Siamo ormai dentro il ciclone, quello che sta accadendo ha investito l’intera umanità e ognuno di noi deve adattarsi ad una realtà diversa, ad uno stile di vita cambiato, nei ritmi e nella scala dei valori.
La costrizione a rimanere a casa per la maggior parte del tempo, induce ad una riorganizzazione degli spazi domestici e del tempo diurno, in modo inusuale rispetto al passato.
Per chi ha una famiglia con più componenti e una casa con pochi vani, il problema non è certo il distanziamento sociale, semmai riuscire ad avere un po’ di privacy nello spazio familiare che è lo spazio di tutti.
Per chi è single l’organizzazione delle lunghe giornate in solitudine può generare ansia a cui si aggiunge la paura per il futuro che al momento attuale appare incerto e soprattutto non programmabile.
Alcuni semplici consigli:
–creare per ogni giorno degli OB, suddivisi fra mattina e pomeriggio,( pulizie di casa, riordino di spazi domestici, cucinare, selezionare materiale che attende da anni di essere riutilizzato o scartato e per i più fortunati lavoro da remoto).
Lavorare in funzione di OB è una regola che vale sempre, fa convogliare le nostre energie, finalizzandole, ci permette di dare un significato a quello che facciamo, di cogliere un senso di appagamento per i risultati raggiunti, anche piccoli, ha una funzione ansiolitica.
-Intervallare le “attività di fatica” con pause e con es. motori da eseguire in spazi limitati, magari riscoprendo attrezzi usati subito dopo l’entusismo dell’acquisto e poi messi a riposo;
–A chi ama leggere, questo è il tempo di ripescare quei libri che hanno lasciato il segno e scegliere alcuni passaggi, anche per valutare se, a distanza di tempo e nel contesto attuale, quali riflessioni e reazioni suscitano.
-Un’ottima valvola di sfogo è anche la scrittura, tenere una sorta di diario di bordo in tempo di pandemia e di isolamento sociale, da la possibilità di trasferire fuori da noi, stati d’animo, ricordi ed emozioni, che non riusciamo a raccontare facilmente ad altri: è un’autoterapia.
-il contatto con i social è utile per condividere il nostro quotidiano e ciò che accade intorno, anche per momenti di leggerezza, di ironia, di cui abbiamo molto bisogno in questi periodi. Quando le interazioni sono prive della vicinanza fisica, possiamo usare la parola, il dialogo vocale. Alcune telefonate alle persone a noi più care o a chi sappiamo essere in difficoltà, valgono molto di più di valanghe di sms corredate di sticker o immagini. Proprio in questa fase è necessario riappropriarci del valore delle parole, della conversazione, che ci permettono di esprimere molto meglio noi stessi e di entrare in sintonia con gli altri.
M. Piera Nicoletti
Psicologa /Psicoterapeuta -Pordenone-
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